Know your rights. Questo il claim di un incontro tutto in lingua inglese organizzato tra gli altri da Strategica Communication e dalla giornalista Francesca di Matteo ex volto Mediaset a New York per raggiungere nuove e vecchie generazioni, donne e uomini che lontano da casa, dall’Italia, in un sistema a loro sconosciuto, potrebbero sentirsi doppiamente isolati, doppiamente in difficoltà. Un convegno aperto in realtà a tutti e che ha accolto anche persone non italiane interessate ad essere informate su un argomento che attanaglia l’intera società odierna. “Stiamo promuovendo una serie di eventi per far conoscere alla comunità italiana e italo-americana quali sono i nostri diritti a New York e come accedere ai servizi di sostegno e di supporto.Tre parole semplici e potenti: Know Your Rights. Parte così da una campagna volta a conoscere i propri diritti in un Paese straniero, il primo convegno sulla violenza domestica organizzato, al Consolato di New York, dai Comites del Tri-State in collaborazione con il gruppo Italian Women USA. Sensibilizzare e informare l’immensa comunità italiana e italo-americana che vive tra New York, New Jersey, Connecticut e Bermuda e che conta quasi 90mila connazionali sbarcati nella terra delle opportunità.
Per gli immigrati lontani dal proprio Paese di origine e da un sistema conosciuto, è ancora più difficile chiedere aiuto e sapere come proteggersi in caso di violenza domestica. Vogliamo creare una rete di supporto inclusiva per la nostra comunità in sintonia con professionisti, associazioni e istituzioni del Tri-State che si occupano di domestic violence” spiega Claudia Carbone, avvocato e presidente della Commissione dei Diritti Civili del Comites.
A dare il benvenuto alle tantissime persone arrivate in quel di Park Avenue 690, la sede istituzionale dell’Italia a New York, il Console Generale, Fabrizio Di Michele entusiasta di aver aperto le porte del Consolato a un dibattito così importante sul quale il silenzio non deve scendere. Moderato da Doc Dougherty, attore americano e vittima di violenza domestica durante tutta la sua infanzia, l’evento ha accolto in apertura la testimonianza diretta e molto toccante dell’attivista per i diritti della comunità nera transgender, Ceyenne Doroshow. “Per la comunità nera transgender la violenza domestica rappresenta un problema enorme soprattutto perché percepiamo una diseguaglianza nei trattamenti che spesso derivano da pregiudizi sociali e da tanta ignoranza” ha tuonato la fondatrice e direttrice artistica di Glits Inc associazione no profit che si occupa di alloggi e di salute per le persone nere transgender.
«Il silenzio sulla violenza domestica non deve essere mai un’opzione. Bisogna parlarne e far capire alle persone vittime di abusi in famiglia che il problema non è individuale ma sociale e in questo il giornalismo gioca un ruolo fondamentale per la giusta e corretta informazione” ha sottolineato la giornalista, ex volto Mediaset, Francesca Di Matteo che per oltre quindici anni si è occupata di casi di cronaca nera, femminicidi e violenza domestica. Con dati allarmanti alla mano che hanno scioccato le persone presenti al convegno, molte delle quali ignare – soprattutto tra la comunità italo-americana e americana – dei numeri elevati di violenza e di femminicidio in Italia, la giornalista televisiva fondatrice di StrategicA Communication, ha evidenziato due grandi problematiche italiane. La prima “la non presenza in Italia di dati sulle violenze nelle coppie Lgbtqi+ perché non vengono inserite come violenze domestiche come negli Stati Uniti o, peggio ancora, perché lesbiche, gay e transgender hanno paura, a causa di pregiudizi sociali, psicologici e clinici, di denunciare le violenze subite dal partner visto che non sono totalmente tutelati dal sistema legislativo di riferimento”.