Stefano Massini con l’orchestra multietnica di Arezzo racconta Gaber

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Appuntamento unico al Manzoni di Monza venerdì 10 febbraio: sul palco salirà Stefano Massini, lo scrittore italiano vivente più rappresentato sui palcoscenici di tutto il mondo (tradotto in ventisette lingue, celebrato da Broadway al West End di Londra, già consulente artistico del piccolo Teatro di Milano dopo il grande successo del suo trittico diretto da Luca Ronconi), amato e seguito per i suoi racconti in teatro ma anche in trasmissioni tv (come “Piazzapulita” su La7), in un evento d’eccezione, voluto da Fondazione Gaber. Quando sarò capace di amare, Massini racconta a Gaber, questo il titolo del monologo di Massini allietato dall’Orchestra Multietnica di Arezzo con canzoni di Gaber e Luporini

Un corto circuito spiazzante: Stefano Massini in questo spettacolo  racconta semplicemente storie, personaggi, vicende realmente accadute, incontri e memorie che lo scrittore non avrebbe mai intercettato, se non fossero state attratte dalla calamita delle canzoni del signor G. Perché aveva ragione Borges: ogni verso evoca altri versi, ogni creazione semina altri raccolti, ogni opera muta forma in un’ennesima opera. Cosa accade allora se un narratore come Massini si lascia ispirare dai brani di Giorgio Gaber? Cosa prende forma sul palcoscenico se i racconti del “più popolare cantastorie del momento” (Repubblica) sbocciano dentro le canzoni della premiata ditta Gaber-Luporini? In un cantiere poetico contagioso e intrigante, il palcoscenico si popola di personaggi fra i più diversi e inattesi. Sono geografie del nostro essere, sono cartografie dell’esistenza, sono rotte nell’oceano di un mondo sbandato, sono danze di fuochi per illuminare la notte del nostro vagare, scoprendo che tutti in fondo attendiamo solo il momento in cui saremo, finalmente, capaci di amare. Da “I mostri che abbiamo dentro” a “La parola io”, da “Non insegnate ai bambini” a “Se io sapessi” e molti altri brani, Massini sceglie di coinvolgere il pubblico in un viaggio di echi e rimandi, in un unico grande omaggio a Gaber. Se poi in scena aggiungi i suoni e i colori di un’orchestra di musicisti da ogni parte del mondo, riuniti sotto il marchio ormai noto dell’OMA di Arezzo, ecco spiegata l’attesa per questo incontro così voluto e cercato dalla Fondazione Giorgio Gaber.

Biglietti a partire da 8 euro. Info: www.teatromanzonimonza.it

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