Scuola on line, è il tempo della persona

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Recuperare il tempo della persona ed evitare gare a chi fa meglio tra i docenti. Questo l’imperativo in questo periodo di sospensioni dalla scuola reale che ha dato spazio a quella “virtuale”. La riflessione è quella della preside della Scuola Media di Villasanta Nora Terzoli che, per stimolare la creatività dei ragazzi, ha lanciato anche un concorso on line dal titolo «Crea il tuo capolavoro». «Le lezioni a distanza, anche quando strutturate in modo interattivo, non riescono certamente a sostituire la ricchezza di un gruppo classe guidato da un docente che favorisca una ricerca curiosa, in cui la domanda di uno diventi la domanda di tutti, capace di tracciare un sentiero nuovo e inaspettato nel cammino della scoperta e della conoscenza», ha spiegato la dirigente. Quali i rischi della scuola virtuale? «Si rischia che vengono acuite le difficoltà degli studenti più fragili e con maggiori difficoltà, che cresca il divario tra famiglie che possono godere di attrezzature informatiche e altre che non ne hanno o che, in questo frangente, le devono destinare allo smart working degli adulti. L’eccezionalità di questa situazione chiede comunque nell’immediato presente di mettersi all’opera alla ricerca soluzioni idonee per rispondere al diritto all’apprendimento, sancito dalla Costituzione» . Cosa vuol dire Tempo della Persona? «Tempo della persona perché ho visto, nella scuola che dirigo, tanti docenti mettersi all’opera, mossi dal desiderio di non lasciare soli i loro studenti. La scuola ha mostrato il volto di una comunità educante che non si attiva per input centralizzati o burocratici, ma semplicemente perché si sente interpellata dalla necessità di trovare strade diverse da quelle abituali. Tempo della persona perché gli insegnanti, superando l’individualismo che spesso ancora caratterizza questa professione soprattutto nella scuola secondaria, si sono cercati per darsi una mano: chi ha maggiori competenze digitali le ha condivise con gli altri, molti hanno scambiato materiali, senza nessuna esclusiva. Tempo della persona perché in questo frangente, ancor di più rispetto alla didattica in presenza, per non alimentare il divario con chi è più in difficoltà, occorre trovare il modo di raggiungerlo, di non lasciarlo solo e, anche in questo caso, si sono moltiplicate risorse e creatività. Tempo della persona o della personalizzazione, per usare un termine che dovrebbe diventare sempre più familiare nella scuola, perché si possa aiutare gli studenti a percorrere il proprio cammino di apprendimento, che non è mai identico a quello di un altro, perché si sostanzia dei diversi stili di apprendimento e dei talenti di ciascuno.Tempo della persona e dei suoi talenti dunque e credo che questo sia l’aspetto più interessante. Da più parti si è scritto infatti sulla difficoltà della scuola italiana a intercettare e valorizzare i talenti dei suoi studenti. Qualche giorno prima delle vacanze di Natale dello scorso anno con alcuni dei miei studenti, in videoconferenza con una ricercatrice del Cern di Ginevra, si rifletteva proprio su questa criticità delle nostre scuole, mentre condividevamo con lei alcune attività che avevamo realizzato. La scuola italiana, in molte circostanze, rischia infatti di essere troppo autoreferenziale, con una didattica trasmissiva che non riesce a valorizzare i talenti di ciascuno. Il vero maestro invece è colui che, sulla scia delle grandi botteghe del nostro Rinascimento, guida e valorizza fino a far sbocciare il talento dell’allievo». Come è nato il concorso “Crea il tuo capolavoro”? «Il tempo passato a casa potrebbe essere l’occasione per creare qualcosa che dica di noi, delle nostre passioni, dei nostri interessi, di quello che vogliamo essere. È partito un concorso per ora virtuale, ma che vorremmo diventasse, il prima possibile, la raccolta in presenza dei nostri capolavori. E infine un augurio: ci auguriamo possa nascere una scuola che, facendo tesoro di queste esperienze di libertà e di personalizzazione, sia realmente autonoma».

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