Le carriere dei campioni spesso iniziano in posti impensabili. Quella di Patrice Evra è, senza dubbio, una di queste. Il calciatore francese, con un passato recente anche alla Juventus, è stato uno dei migliori nel suo ruolo, quello di terzino sinistro, negli ultimi anni. Vicecampione d’Europa con la maglia della nazionale transalpina nel 2016, il nativo di Dakar è stato da sempre un ramingo, sia a livello personale sia a livello professionale. Arrivato in Francia a dodici mesi con suo padre, è poi cresciuto a Ulis, nella banlieue parigina, dove iniziò a muovere i primi passi con il pallone tra i piedi. Tuttavia, in pochi sanno che prima di raggiungere la gloria assoluta dal punto di vista calcistico, il francese di origini senegalesi ha dovuto fare molta gavetta, soprattutto in Italia. Il suo debutto nel calcio semi professionistico avvenne al Marsala nel 1998, prima di passare l’estate successiva al Monza. La sua carriera ebbe così inizio in Italia, sebbene in Brianza il francese non visse quella che si potrebbe definire propriamente come un’esperienza importante. Questo perché l’allora allenatore del Monza, Pierluigi Frosio, non lo vedeva bene nel suo 4-3-3, il che relegò Evra alla panchina, costringendolo ad andare via.
In seguito, però, le cose sarebbero cambiate. Il francese avrebbe fatto qualche km verso ovest con destinazione la sua patria, più esattamente Nizza, e fu proprio nella città che diede i natali a Giuseppe Garibaldi che Evra visse la svolta della sua carriera: da ala passò a terzino sinistro e si fece notare per la sua abilità nella spinta sulla fascia, attirando l’attenzione del Monaco, squadra nella quale militò dal 2002 al 2006, collezionando anche una finale di Champions League nel 2004 contro il Porto, una delle squadre oggi favorite alla vittoria del campionato portoghese secondo le principali quote delle scommesse sportive. Il vero salto di qualità, però, arriverà dopo il mondiale del 2006, nel quale non fu convocato dal selezionatore francese Raymond Domenech. Fu Alex Ferguson a volerlo al Manchester United, storica squadra inglese che avrebbe aperto il suo ultimo ciclo vincente dopo il suo arrivo, con Cristiano Ronaldo e Wayne Rooney come grandissime figure. L’apporto del francese fu comunque molto importante: titolare indiscutibile e uomo spogliatoio, Evra fu una delle figure fondamentali dello United che si impose sul Chelsea nella finale di Champions League 2007-08 dopo una serie di calci di rigore al cardiopalma.
Campione di tantissimi tornei in Inghilterra, dopo il mondiale 2014 scelse di tornare dove tutto era iniziato, ossia in Italia. La Juventus lo accolse per tre anni nei quali Evra si proclamò campione d’Italia in ogni stagione, oltre ad imporsi come uno degli elementi più esperti. Le grandi delusioni della sua tappa juventina furono la sconfitta nella Supercoppa Italiana del 2014 contro il Napoli e le due finali di Champions League perse contro il Barcellona nel 2015 e il Real Madrid nel 2017. Tuttavia, la sua carriera è stata quella di un calciatore di assoluto livello, che si forgiò nella difficile realtà brianzola per dare il salto al mondo.