Cuore pulsante della vita cittadina è il quartiere di Brera, con l’Accademia e, soprattutto, con i suoi bar e le sue trattorie. Brera non è ancora l’area mondana che conosciamo oggi, ma è un coacervo di viuzze abitate da un ceto medio basso di artigiani, sartine, professori, artisti, tra i tavoli dei suoi bar, la saggezza popolare si mescola con l’avanguardia culturale, in uno straordinario e fecondo abbraccio. Così, tra boom economico e crisi esistenziali, confronti con il consumismo imperante e tendenze spirituali, rumorose provocazioni e silenziose meditazioni, aperture internazionali e confronti tra movimenti diversi, Milano vive una delle stagioni più straordinarie della storia dell’arte del Novecento. I protagonisti di questo decennio, dopo un esordio spesso in linea con queste tendenze preesistenti, aspirano a una dimensione più mentale. Si cerca di eliminare l’istinto, e il gesto veemente, in favore di un approccio nuovo, più calibrato. Molti guardano ai tagli di Lucio Fontana, che trattano la tela non più come superficie ma come materia; altri restano fedeli alla pittura ma cercano di rinnovarne l’idea in una nuova direzione. Tutti partecipano allo straordinario clima di innovazione e rivoluzione che porterà a un cambiamento radicale del pensiero artistico. La mostra indaga questo irripetibile momento storico attraverso più di cinquanta opere firmate dai principali protagonisti del momento, raccontando i nuovi linguaggi artistici e le ricerche rivoluzionarie che in questo clima di grande fermento sono nate e cresciute. Il percorso di mostra è pensato per rendere comprensibili i vari linguaggi e movimenti anche a un pubblico di non addetti ai lavori. L’esposizione, infatti, ha anche una vocazione didattica e divulgativa ed è arricchita da spiegazioni e pannelli narrativi.
Il racconto comincia con il grande “padre” Lucio Fontana, riferimento imprescindibile per questa generazione e si dipana poi nei vari movimenti, gruppi e personalità che hanno caratterizzato l’arte a Milano e dintorni in quel decennio. Dai pittori del Realismo esistenziale all’esperienza di Azimuth, dal gruppo del Cenobio alle sperimentazioni del Gruppo T, fino alle soglie del nuovo decennio.
Una parentesi è dedicata alla realtà delle Botteghe di Sesto, dove avevano sede numerosi studi d’artista. In mostra sarà esposto uno straordinario (e fino a oggi mai presentato al pubblico) libro con opere autografe e originali realizzato per il custode dello stabile dagli artisti residenti nell’area delle Botteghe (da Castellani a Vermi, da Simeti a Scaccabarozzi).