Lissone proclama i vincitori dell’VIII Premio Design

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La lampada Ara di Ilaria Marelli (2003), realizzata dall’Azienda Nemo, E il paravento Colombano di Carlo Trevisani si sono aggiugicati il riconoscimento dell’VIII Premio Lissone Design organizzato dal Mac di Lissone per le sezioni Prodotto Storico e Il Mobile che non c’è.  Inoltre, la Giuria ha assegnato due menzioni speciali per la seduta Hara di Giorgio Gurioli (2002), realizzata dall’ Azienda Kundalini Italia e per “Il mobile che non c’è” Annalou e la fata verde, beauty case e consolle integrati, di Patrizia Di Costanzo e Paolo Pallucc. La cerimonia si è svolta  Sabato 30 aprile  al MAC Museo d’Arte Contemporanea di Lissone la cerimonia di Premiazione dell’VIII Premio Lissone Design.Con l’edizione di quest’anno, l’Amministrazione Comunale ha inteso mantenere vivo lo stretto legame con la storia culturale e produttiva della Città di Lissone – fin dagli anni Sessanta e Settanta “Primo Centro Italiano del Mobile” – puntando a valorizzare quei progettisti che operano sui prodotti e i luoghi del vivere. A cura di Francesca Guerisoli, Direttrice Artistica del Museo, e Anty Pansera, storica e critica del design, l’VIII edizione del Premio Lissone Design ha dunque coinvolto dieci tra studi di progettazione e designer provenienti da tutta Italia, che sono stati chiamati a rappresentarsi attraverso due proposte: la prima ritenuta significativa del proprio percorso progettuale, la seconda riferita a un “mobile che non c’è” prototipato per l’occasione – o descritto attraverso disegni, rendering, fotografie o video – che, in un’ottica di ricerca, risponda alla particolare attualità che stiamo vivendo e alle profonde trasformazioni degli habitat domestici degli ultimi anni.La Giuria, composta da Michele Cuomo, Raimonda Riccini e Marco Sammicheli, ha analizzato i prodotti e i progetti presentati per il concorso e ne ha valutato la qualità complessiva sia dal punto di vista del valore culturale sia di quello produttivo, selezionando le due opere vincitrici.

I due vincitori – Ilaria Marelli e Caro Trevisani – si sono aggiudicati un premio di 4.000 euro ciascuno. I loro due prodotti e progetti saranno acquisiti dal MAC, andando così ad ampliare la collezione del Museo.

In occasione della premiazione, è stata inaugurata la mostra che presenta presso il MAC fino al 24 luglio 2022 i venti tra prodotti e idee progettuali selezionati per il concorso di Studio Bartoli Design, Matteo Di Ciommo, Patrizia Di Costanzo e Paolo Pallucco, Massimo Farinatti, gumdesign, Giorgio Gurioli, Ilaria Marelli, Elena Salmistraro, Marta Sansoni, Carlo Trevisani

Francesca Guerisoli, Direttrice Artistica MAC, dichiara: Sono felice di aver potuto coinvolgere in questo progetto Anty Pansera. Siamo partite dal territorio domandandoci quale collezione di design potesse avere il Museo di Lissone per sottolineare l’identità del territorio e differenziarsi dalle altre presenti in Lombardia. Abbiamo ragionato su come affermare la storia particolare di questa città, una storia felice, traghettandola nel presente

per guardare al futuro. È per questo che abbiamo intitolato una sezione del premio “Il mobile che non c’è”, che presenta prototipi, progetti e idee progettuali. L’altra sezione, “Prodotto storico”, punta invece a valorizzare oggetti già realizzati, anche in anni recenti, rappresentativi del percorso professionale dei diversi designer e studi coinvolti. Abbiamo chiesto loro di rappresentare il proprio percorso creativo attraverso un oggetto, indicandoci inoltre le motivazioni di tale scelta. La mostra che ne emerge è varia e vivace.

Anty Pansera, storica e critica del design, ha concluso: Mi fa molto piacere tornare in questo territorio, e al MAC, un museo molto bello e accessibilissimo. Ho cercato di pensare a cosa volesse dire tornare a Lissone, tornare a pensare a un Premio che coinvolgesse dei professionisti che hanno a che fare con il mobile e il complemento d’arredo. Ho deciso di coinvolgere, in accordo con Francesca Guerisoli, un gruppo variegato di figure. Si tratta di designer che compiono scelte progettuali e utilizzano metodologie molto diverse tra loro. Tutti, però, veicolano un’immagine molto precisa, utilizzando linguaggi chiari e accessibili.

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