A Napoli gli investigatori delle grandi gialliste spagnole

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Un incontro reale tra le creatrici di Pedra Delicado e Arturo Zarco, due dei più noti detective di Spagna. Succederà il 26 maggio nell’anteprima organizzata dall’Istituto Cervantes di Napoli, del primo festival del Giallo in salsa partenopea (in programma dal 9 al 12 giugno) quando Alicia Giménez-Bartlett e Marta Sanz, il meglio della letteratura poliziesca spagnola, il meglio del giallo nel mondo, oggi chiacchiereanno di loro e dei loro personaggi. A intervistarle una scrittrice italiana. Serena Venditto (Grand Hotel, Mondadori). Ma chi sono Petra e Alfredo?
Petra Delicado. Pietra Delicata. La detective degli ossimori. E delle contraddizioni. L’agitata archivista che 26 anni fa si ritrovò a scegliere se curare rose nel suo giardino o investigare sui delitti più eclatanti di una Barcellona marcia e impenetrabile.
Ventisei anni dopo, tredici indagini dopo, Petra se n’è tolti di sassolini dalle scarpe. La leggono in quindici Paesi, e anche in America si sono convinti che lei è un po’ l’erede di Kay Scarpetta. Già. L’anatomopatologa forense nata dalla penna di Patricia Cornwell e che, almeno per Alicia Giménez-Bartlett, è l’inizio di tutto.
“Sono partita da lì. Da Quel che rimane, da quell’indimenticabile romanzo della Cornwell, per convincermi che forse mi andava di scrivere un giallo”. E così è stato. Nel 1996 arriva Riti di Morte. Petra comincia il suo viaggio verso l’affermazione mondiale. La consacrazione arriva con l’Autobiografia, che non è esattamente una cosa comune. Autobiografia di Petra Delicado. Come fosse miss Marple. Solo i grandi, sotto il sole. Tredici romanzi dopo.
In mezzo c’era stato il Chandler, vinto al Noir in Festival, e soprattutto la serie Tv Sky con una splendida Paola Cortellesi. Che sarà difficile separarle. Almeno nell’immaginario italiano. Un po’ come Montalbano e Zingaretti. Un po’ come i grandi detective finiti nel piccolo schermo e rimasti intrappolati dalla bravura dei loro interpreti.
Verrebbe da chiedersi se un giorno Petra, o Paola fate un po’ voi, finiranno per incontrarlo quell’Arturo Zarco, detective gay, che invece esce dritto dritto dalla penna di un’altra spagnola di razza, Marta Sanz. Bisognerebbe correre a ritrovarli tutti i libri con questo signore fragile, indolente, disilluso, suggestionabile. Terrorizzato dall’assurda idea che gli altri possano leggergli i pensieri. Che roba. Eppure Sarco è personaggio di spessore, unico, inimitabile. E la Sanz lo disegna di romanzo in romanzo come fosse un Caravaggio. Con le sue ombre, con le sue miserie. Gay, si dice. Ma conta così poco, perché la Sanz è penna di classe, è autrice che spinge il giallo verso la ‘letteratura alta’, senza distinzioni di genere. E ogni sua parola è politica, impegno, denuncia.
Sembrano fatti per incontrasi, no? La femminista Petra, e il poliziotto con la passione per i giovinetti. Grande Spagna, grandi spagnoli. Avanti un bel po’ di anni a cercare identità ben oltre ciò che è abituale, convenzionale.
L’incontro promosso dall’Istituto Cervantes tra le due scrittrici è previsto per giovedì 26 maggio, ore 19,30, presso l’Istituto Francese di Napoli, in via Crispi, 86 – Napoli
Ingresso gratuito e senza prenotazione.

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